Il giorno della Memoria 17-01
Il giorno del Ricordo 10-02
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere - Desio
Vogliamo iniziare cosi, poichè pensiamo che tutti saranno d’accordo con noi sulla veridicità di queste frasi pronunciate da Mohandas Karamchard Gandhi, detto il Mahatma la Grande Anima.
Anche quest’anno come accadde nel 2020, la sezione di Desio ha partecipato alla cerimonia della posa di due pietre d’inciampo, promossa dall’attuale Amministrazione Comunale a guida del Sindaco Simone Gargiulio.
Le due nuove pietre di inciampo sono state deposte per ricordare Luigi Briani e Luigi Scalfi, due cittadini desiani che al tempo delle deportazioni nazifasciste non sono più tornati a casa.
La Giornata della Memoria, è stato l'occasione per ricordare questi due cittadini e nelle loro rispettive abitazioni hanno trovato collocamento le pietre, più precisamente in via Garibaldi e in via XXV Aprile.
“Rinnoviamo il nostro impegno nel promuovere iniziative e posare simboli, che possano diffondere la conoscenza dei tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale – proseguono il Primo Cittadino e l’Assessore alla Cultura Miriam Cuppari. Le Pietre d’Inciampo sono uno strumento fisico con cui segnare tanti punti della nostra città, ricordando che quel punto ha un significato preciso: hanno il merito di dare concretezza e fisicità ad una commemorazione, non si tratta semplicemente di un rito, ma di un momento di alto valore civile, che va a restituire dignità, identità, umanità, soprattutto a quei cittadini desiani che hanno perso la vita negli orrori dei campi di concentramento”.
Il discorso del Sig. Sindaco
"Mi sono reso conto di quanto le parole siano superflue e quanto invece il silenzio assordante della memoria sia importante" ha detto il sindaco, Simone Gargiulo, che, con l’assessore Miriam Cuppari e Roberta Miotto, una dei fondatori del Comitato pietre d’inciampo Monza e Brianza, hanno deposto una rosa bianca e tre sassolini bianchi di fianco alle due pietre.
Il Primo Cittadino unitamente all’Assessore alla Cultura Miriam Cuppari. e con la partecipazione delle associazioni d’Arma e Civili e parecchi cittadini del Comune di Desio hanno celebrato la Giornata con un programma necessariamente ristretto a causa dell’emergenza sanitaria, con la cerimonia di posa di due nuove Pietre d’inciampo in memoria dei due cittadini desiani deportati e uccisi dal regime Nazifascista.
Alle 14.30 da piazza Giovanni Paolo II, ci siamo recati in Corso Italia, dove sono state ricordate Lea Ellertt e Anna Haselnuss,
due ebree che furono arrestate a Desio il 2 dicembre 1943, incarcerate a San Vittore e deportate ad Auschwitz dove, il 6 febbraio del 1944, furono assassinate.
A loro sono dedicate le due pietre di Inciampo posate due anni fa.
La cerimonia è proseguita recandoci in via Garibaldi (altezza civico 59), in memoria di Luigi Scalfi è stata posata la prima pietra d’inciampo, presenti i familiari. la nipote, Maddalena Scalfi e Davide Boffi-Scalfi, che hanno letto un ricordo: in questa occasione, il Segretario Davide Boffi dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, ha letto le notizie che hanno coinvolto il Militare
"Sei stato uno dei 650mila soldati che, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, furono catturati dalle truppe tedesche, internati e ammassati nei terribili campi di prigionia. Ora anche tu, zio, hai la pietra che, come una medaglia al valore brilla proprio lì, davanti a casa nostra, dove vivevi con i tuoi fratelli che hai lasciato a soli vent'anni per arruolarti volontario per la patria che tanto amavi. Ogni giorno ti ricorderemo".
Abbiamo avuto modo di ricordare Luigi Scalfi nato nel 1920 e abitante all’epoca in via Garibaldi (altezza civico 59), il soldato Luigi Scalfi che in quel momento vestiva l’Uniforme del Regio Esercito, un giovane militare ventenne, arruolatosi per difendere la propria Patria e che dopo l’otto settembre come tanti suoi commilitoni si trovarono allo sbando e si rese conto di non avere più un riferimento.
Proprio per questo che gli fu imposto dal Regime Fascista di spogliarsi dell’Uniforme del Regio Esercito, a cui aveva fatto giuramento, per indossare la divisa della R.S.I.
Il suo coraggio nel rifiutare quell’imposizione lo mise nelle condizioni di essere arrestato deportato e subire l’olocausto come altrettanti 650.000 suoi commilitoni che i nazisti catturarono per deportarli ai campi di sterminio.
Lui purtroppo come molti non fece più ritorno, questo suo gesto lo identifica oggi come eroe coraggioso per aver scelto la Libertà e di riscattare la Dignità.
Poco dopo il corteo si è recato al secondo indirizzo di via XXV Aprile (civico 11), dove aveva la sua abitazione l’operaio Luigi Briani. per posare la sua pietra d’inciampo.
Presente per le benedizioni don Sandro Mottadelli. Qui dei bambini della scuola primaria Gavazzi hanno letto un pensiero, insieme alla nipote di Briani, Simona e alla figlia 11enne, Chiara, che ha detto:
"Anche se è successo più di cento anni fa voglio che tu sappia quanto ti voglio bene e che tramanderò il tuo ricordo". Simona Briani ha riletto alcuni passi delle poche lettere ricevute: "Lo ricordiamo come uomo semplice, ma dedito al lavoro e alla famiglia. Continueremo a farne memoria".
In Villa Tittoni è stata inoltre inaugurata la mostra "Una valigia per Clara", visitabile fino al 13 febbraio, realizzata degli studenti degli istituti Majorana e Versari di Cesano Maderno.
L’Amministrazione comunale ha aderito all’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, “Pietre d’inciampo” e promossa dal Comitato per le pietre di inciampo di Monza e Brianza, composto tra gli altri da Aned, l’associazione dei deportati, da Anpi, associazione partigiani, dall’Associazione senza confini di Seveso, e cresciuto con l’adesione di 29 Comuni, di numerosi istituti scolastici, associazioni e singoli
cittadini.
ANB Sez. U. Tagliabue
Desio
La sezione di Desio era presente anche alla celebrazione del giorno del Ricordo, ha sempre sostenuto che la violenza non può e non deve avere colore, nei confronti delle vittime si deve assumere sempre un atteggiamento di solidarietà e soprattutto bisogna avere la capacità di immedesimarsi nelle rispettive realtà per cercare di comprendere i drammi che ciascuno ha subito.
Non possiamo credere che ci siano vittime di seria A e altre di serie B, riteniamo che davanti alle vittime, tutti debbano fare un minimo di riflessione ed inchinarci chiedendo possibilmente di perdonare chi li ha umiliati e denigrati, poiché anche questi innocenti furono giustiziate in maniera sommaria e con analoghi comportamenti di chi si è macchiato degli orrori dell’olocausto.
Secondo noi, i carnefici hanno come stesso comune denominatore di una innata violenza e da loro bisogna prendere le debite distanze e certamente non possiamo condividerli.